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Col capitolo IV si conclude la parte dogmatica dell’Epistola ai Galati sui rapporti tra la Legge e la Grazia iniziata al capitolo III.
Nell’ultimo articolo abbiamo studiato il terzo capitolo, vediamo ora il significato del quarto capitolo secondo l’interpretazione della sana esegesi.
In esso l’Apostolo – proseguendo quanto aveva iniziato nel capitolo precedente – spiega come il Vangelo, in quanto perfezionamento del Vecchio Testamento e della Legge mosaica, dia la perfetta libertà; mentre la Legge cerimoniale – dopo la venuta di Cristo – ci sottoporrebbe alla schiavitù.
Infatti, dopo la venuta di Cristo, la Legge morale mosaica è buona ma imperfetta ed è stata perfezionata da Gesù; invece la Legge cerimoniale, che preparava Israele alla venuta del Messia è stata abolita e non può essere più osservata, sotto pena di sostenere che il Messia dovrebbe ancora venire e quindi di naufragare nella fede, rinnegando Gesù.
Nel primo versetto del capitolo IV san Paolo dimostra come nella storia della religione vi sono due stadi, proprio come nella storia della vita di ogni singolo uomo, ossia: la fanciullezza e la maturità.
La Legge cerimoniale che preparava all’Avvento del Messia Gesù di Nazareth rappresenta il primo stadio, cioè la fanciullezza, la quale deve essere superata e perfezionata dalla maturità, se non si vuole che il fanciullo resti un eterno minorenne, che deve rimanere sotto i tutori sino a che non sia cresciuto e arrivato alla maggiore età (v. 1-2).
Infatti, se l’erede è ancora fanciullo, pur essendo de jure padrone di tutta l’eredità che gli lascerà suo padre; de facto non si differenzia da uno schiavo, poiché non può ancora disporre della sua eredità, non avendo l’età e la capacità di amministrarla.
Quando il minorenne è diventato adulto, allora cessa ogni autorità tutoria su di lui ed egli entra in pieno possesso, non solo teorico ma anche pratico, dei suoi diritti ereditari e della sua libertà.
Nella storia religiosa dell’umanità, il momento di questo passaggio alla maturità e di questa liberazione spirituale è rappresentato dall’Avvento di Gesù.
Infatti, prima dell’Incarnazione del Verbo, tutti gli uomini, sia i Giudei che i Pagani, stavano sotto “gli elementi del mondo”, cioè sotto le norme della Legge cerimoniale giudaica per quanto riguarda gli Israeliti o sotto i riti della tradizione pagana per quel che riguarda tutti gli altri uomini (v. 3).
Tuttavia, quando venne “la pienezza del tempo” stabilito dalla SS. Trinità, (v. 4), Dio inviò suo Figlio, il Verbo, che volle assoggettarsi alla Legge cerimoniale, pur non avendone bisogno, per poter “riscattare gli uomini che erano sotto la Legge cerimoniale, affinché ricevessero l’adozione di figli”… … … Continua a leggere →
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