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La scorsa puntata abbiamo visto le vicissitudini della famiglia Rothschild durante la Rivoluzione del 1848 e, particolarmente, l’ascendere in quell’anno di Napoleone III in Francia e la caduta di Metternich in Austria.
Nella presente puntata studiamo i rapporti della medesima famiglia con Cavour in Piemonte.
In Francia i Pereire avevano cercato di contrastare il primato bancario dei Rothschild, sfruttando la loro amicizia con Napoleone III, ma ben presto i Pereire avevano dovuto cedere davanti alla preponderanza dei Rothschild.
In Italia si presentò una situazione analoga a quella francese. Infatti, i Pereire operavano finanziariamente anche in Piemonte ma non erano “in grado di far concorrenza ai Rothschild. Tutti – anche lo Stato Pontificio – continuarono a far capo ai Rothschild” (EGONE CONTE CORTI, La famiglia dei Rothschild, II ed., Proceno di Viterbo, Effedieffe, 2021, p. 401).
Il 24 novembre del 1848 Pio IX dovette lasciare Roma e rifugiarsi a Gaeta a causa dei moti rivoluzionari scoppiati nella Città eterna, che portarono alla nascita della Seconda Repubblica Romana (9 febbraio 1849 – 4 luglio 1849).
Il 20 febbraio 1849, papa Mastai fece appello alle Nazioni cattoliche, invocando il loro aiuto armato per rientrare in possesso di Roma e dello Stato Pontificio.
Ora, in quell’epoca Napoleone III, in vista dei suoi disegni imperiali (e non per ideali religiosi), mirava a cattivarsi le simpatie dei Cattolici. Perciò, nell’aprile del 1849 fece scendere sette mila soldati a Roma, sotto il comando del generale Oudinot (1791 – 1863), che entrò a Roma tra il 30 giugno e il 3 luglio del 1849, ripristinò il Governo del Papa, che fece ritorno all’Urbe il 12 aprile 1850, andando a vivere in Vaticano poiché oramai, dopo l’assalto capitanato da Angelo Brunetti (detto Ciceruacchio) nel 1848, il Quirinale era reputato poco sicuro.
Frattanto Pio IX aveva dovuto sostenere ingenti spese, data la situazione che si era creata a Roma nel 1848. Perciò, aveva pure un gran bisogno di aiuti economici per poter riprendere e continuare a gestire il Governo dei suoi Stati che la Repubblica Romana gli aveva usurpati; quindi, dovette chiederli ai Rothschild (come aveva già dovuto fare Gregorio XVI, che era stato un Papa antiliberale e per nulla incline a un compromesso con la Rivoluzione).
Purtroppo, bisogna costatare che una delle debolezze delle forze controrivoluzionarie fu quella di aver trascurato il potere dell’alta finanza, cadendo così – nel XIX secolo – sotto le grinfie di banchieri non cristiani e soprattutto dei Rothschild. Inizialmente vi furono dei banchieri cristiani e cattolici, ma con il XIX secolo furono quasi totalmente soppiantati dai Rothschild.
Invece, la grande lungimiranza dei Rothschild fu proprio quella di averne capito l’enorme importanza. Chi aveva in mano l’oro e la Banca poteva, da “dietro le quinte”, governare il mondo intero, prestando soldi a destra (Papa compreso) e a sinistra (Napoleone I, Luigi Filippo, Cavour) e poi continuando a finanziare chiunque fosse rimasto al potere sia a “destra” (Pio IX) sia a “sinistra” (Mazzini, Armellini e Saffi).
In ogni caso per i Rothschild non sarebbe cambiato nulla… … … Continua a leggere →
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