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Nel 1952 Hans Urs von Balthasar, il “neo-teologo” dell’«inferno vuoto» e della conversione e riabilitazione finale dei dannati e anche del diavolo (cfr. sì sì no no, 31 marzo 2010, pp.5-6), tristemente famoso anche per il suo rapporto affettivo-sentimentale, non proprio limpido, con la falsa mistica Adrienne von Speyr (v. sì sì no no, 15 ottobre 1992, p, 7), scrisse un libro intitolato “Abbattere i bastioni”, ossia abbattere le frontiere o i bunker che la Chiesa aveva eretto tra sé e il mondo moderno caratterizzato dal soggettivismo filosofico (Cartesio), religioso (Lutero) e politico (Rousseau)… … …
… … …Le ultime vicende (luglio 2010) dell’episcopato belga, inquisito dalla magistratura, e le sconcertanti tesi pro-pedofilia sostenute nel “Catechismo belga” del 1984, corredato con tanto di disegni inverecondi, redatto e promulgato sotto la supervisione della Conferenza episcopale belga presieduta dal cardinal Danneels, e non bocciato dalla “Congregazione per la dottrina della fede”, ci invitano a riflettere – senza falsi moralismi o pettegolezzi – sulla radice di tanti mali teorico-pratici, e a cercare una terapia che possa guarirli.
Infatti la Chiesa non può non avere le energie interne che le consentano di rigenerarsi perché Gesù Le ha promesso: “Ecco Io sto con voi tutti i giorni sino alla fine del mondo”.
Se “il frutto è cattivo” significa che “l’albero è cattivo”, secondo l’insegnamento del Vangelo. Ora i frutti del Concilio e postconcilio si sono rivelati non solo cattivi, ma, col passar del tempo, addirittura marci. Quindi occorre “abbattere i bestioni” (Balthasar, Daniélou, de Lubac, per citare quelli più “conservatori” della rivista “Communio”) che hanno elaborato la teologia dommatico-morale conciliare e la liturgia post-conciliare, la quale ha abbattuto i “bastioni”o i bunker che proteggevano la Chiesa e le anime dei fedeli dagli errori della modernità e post-modernità.
L’ultima proposizione del Sillabo di Pio IX condannava l’opinione secondo cui “il Papa può e deve venire a patti col mondo moderno, il progresso [all’infinito] e il liberalismo”. Il Vaticano II, invece, ha voluto dialogare con i paladini della modernità, del progressismo e del liberalismo, però non solo non è riuscita a convertirli, ma si è fatta convertire da loro, che continuano ad odiare la Chiesa e non la temono più. Siccome “le azioni sono dei soggetti”, se non si combattono gli eretici non si possono estirpare le eresie, che non esisterebbero senza soggetti o uomini eterodossi. La frase roncalliana “bisogna combattere l’errore ma non l’errante” è erronea; la sana filosofia e teologia morale hanno sempre insegnato a combattere “l’errante in quanto errante” e a pregare per lui “in quanto uomo” suscettibile di redenzione… … …
… … …Il mondo ha prima spinto i Pastori a secolarizzarsi, ad imborghesirsi, a far proprio lo “spirito del mondo” e poi si è scagliato con rabbia furiosa contro lo stile di vita degli uomini di Chiesa nei quali è penetrato “il fumo di satana”. Dopo tale attacco preparato sin dagli anni Venti e scoppiato nel 1962-65 in tutta la sua bruttura teorica e morale, si può ancora parlare di “continuità” tra Vaticano II (il Concilio dell’ accordo tra Cristo e modernità) e Tradizione divino-apostolica? Evidentemente no! (“Quale accordo è mai possibile tra Dio e Belial?”). Tuttavia attenzione a “non buttare l’acqua sporca col bambino”. Vale a dire, per rifiutare le novità conciliariste non bisogna andare contro il Papato e la Chiesa, “fuori della quale non c’è salvezza”. Un errore (il neo-modernismo) non si corregge con un altro errore (il gallicanesimo anti-papista), ma con la verità, che è la Tradizione della Chiesa romana.
Jones cita S. Ilario da Poitiers: «Dobbiamo rimanere nella barca della Chiesa in tempesta, anche se è in pericolo, fino a quando la notte è quasi finita. […]. Quando Cristo tornerà, alla fine del mondo, troverà la sua Chiesa stanca, e percossa dallo spirito dell’ Anticristo. E a causa delle lunghe persecuzioni che ha patito avrà paura, come gli Apostoli la sera di Pasqua nel Cenacolo, di avvicinarsi al Signore. Ma il buon Gesù scaccerà la paura dicendo: “nolite timere, Ego sum”» (ivi). A noi sembra che Gesù si sia addormentato, ma non è così. Dio è sempre “tutti i giorni con la sua Chiesa, sino alla fine del mondo”. Uscire dalla barca di Pietro, come dall’Arca di Noè, significherebbe la morte per annegamento. Noi cerchiamo di fare e credere ciò che la Chiesa ha sempre fatto e insegnato (S. Vincenzo da Lerino, Commonitorium, III) e poi solo Dio potrà restaurare il mondo e la Chiesa contemporanei, talmente sfigurati dall’inimicus homo. “Domine salva nos, perimus!” “Veni, Domine Jesu! Ecce venio cito”. «Il vero problema non è la grandezza della tempesta, quanto la forza della nostra Fede [vivificata dalla carità]» (Jones, ivi)… … … Continua a leggere →